Monaci o canonici - Padri Premostratensi

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Monaci o canonici

Chi siamo
I Monaci

Monaco, dal latino monacus e dal greco monakhos, che vuol dire solo. Sono gli eredi di quei primi eremiti che fuggivano l’agitazione e la dispersione del mondo per potersi stabilire in disparte, a lodare Dio e vivere una vita perfetta. Con l’andare del tempo questi solitari si radunarono in famiglie e si organizzarono per onorare Dio senza trascurare gli altri bisogni elementari della vita. E così, da eremiti, divennero cenobiti (dal grecokoinos, comune e bios, vita). La loro vita comune prese forma intorno a una regola, che ne codificava i vari aspetti. Le origini di questa vita monastica risalgono al deserto d’Egitto, principalmente con sant’Antonio il Grande (251-357) e san Pacomio (292-348). Nel VI secolo, poi, san Benedetto (480-547) concentra tutta l’esperienza passata nella Regola che scrive per la sua fondazione di Montecassino. Un po’ alla volta, questa Regola e la tradizione che genera, dominano tutto il paesaggio monastico.


I Canonici

Canonico, dal latino canonicus e dal greco kanôn, che significa parte della riga – regolo – uno strumento che in antichità veniva usato per misurare. In origine sono quei sacerdoti collaboratori del vescovo che, senza seguire una regola particolare, vivono accanto a lui. San Eusebio da Vercelli (283-371) è il primo vescovo conosciuto a introdurre la vita comune presso i suoi sacerdoti. È seguito da san Zenone da Verona (300-371). Ma Sant’Agostino (354-430), vescovo di Ippona, che ne è l’ispiratore in modo decisivo. Quando diventa vescovo nel 395 dopo aver tentato un’esperienza monastica, scrive una Regola e trasforma il suo episcopio in un “monastero di chierici” (i chierici sono allora coloro che nella Chiesa sono stati ordinati diaconi e sacerdoti, e che costituiscono il clero). Impone al clero della sua cattedrale la vita comune fondata e scrive la regola su cui si fonda il modello della vita canonicale, basata sulla vita comune, la rinuncia a tutte le proprietà, la castità, l’obbedienza, la vita liturgica e il ministero pastorale.
Col passare del tempo, dei collegi di canonici si stabiliscono indipendentemente dal dei collegi di canonici si stabiliscono indipendentemente dal vescovo, attorno a una chiesa principale o più celebre, per mettersi al servizio dei numerosi fedeli che la frequentano. Questi collegi (dal latino colligere, radunare) o capitoli danno vita alle nostre numerose collegiate.
Nell’VIII secolo, Chrodegang di Metz (712-766) redige una regola che si ispira a quella di san Benedetto, per tutti questi raggruppamenti.
Nell’816, il Concilio di Aix-la-Chapelle (Aquisgrana) definisce chiaramente un ordine canonicale differente dall’ordine monastico. Questi canonici, a differenza dei monaci, possedevano dei beni e ne disponevano liberamente; vivevano con un reddito legato alle proprietà e ai privilegi di cui godevano i loro capitoli: le famose prebende.
Da allora, l’abbondanza delle ricchezze e le cariche temporali e politiche favoriscono un clima di rilassatezza e le comunità diventano meno ferventi. È necessaria una riforma per rendere ai canonici il primitivo fervore. È in questo periodo che compaiono i canonici regolari – cioè che seguono una regola – e tra le tante opere di riforma si distingueranno i Canonici regolari premostratensi – chiamati anche Premostratensi o Norbertini – di san Norberto da Xanten (1080-1134).
I canonici regolari riscoprono allora la Regola di sant’Agostino, in particolare il voto di povertà, e le donano nuova vita, differenziandosi così dai loro predecessori, i canonici secolari (dal latino saecularis, del mondo).
Oggi, solo i canonici regolari costituiscono l’ordine canonicale e sono dei religiosi attivi nella pastorale in tutte le sue forme.

I monaci e i canonici, in definitiva, hanno molto in comune, in particolar modo dal punto di vista dello stile e dell’organizzazione di vita. Le loro case sono ancora dei centri di cultura e spiritualità, di evangelizzazione e di umanesimo. Contribuiscono, ciascuno alla propria maniera, allo sviluppo e alla diffusione della vita cristiana.
Oltre a ciò, c’è anche chi li distingue in base alla loro proposta di vita:
– i monaci si ritirano dal mondo per essere di Dio; vivono una clausura più stretta; non sono necessariamente dei chierici; seguono la Regola di san Benedetto che inizia con questo invito: “Ascolta, o figlio…”
– i canonici sono dei chierici al servizio dei fedeli, e quindi più a contatto con la realtà umana in tutti i suoi aspetti; seguono la Regola di sant’Agostino che praticamente inizia con questo invito: “Siate un’anima sola e un cuore solo, in cammnino verso Dio”.


I Canonici Regelari Premostratensi

Sono anche chiamati Canonici Regolari di Prémontré, Premonstratensi, Norbertini o Canonici bianchi (nelle isole britanniche) e sono stati fondati da San Norberto da Xanten nei primi anni del Millecento, agli albori del movimento di grande riforma delle Medioevo in Europa occidentale.
Conducono una vita comune in Priorati o Abbazie sotto la regola di Sant’Agostino e sono impegnati nelle attività pastorali anche fuori dalle loro Comunità.
Attualmente (2016) sono nel mondo poco più di 1200 membri, di cui sacerdoti, suore, fratelli, diaconi e novizi. In questo momento, sono presenti nelle seguenti nazioni: Francia, Belgio, Paesi Bassi, Gran Bretagna (Inghilterra), Irlanda (Repubblica), Danimarca, Germania, Spagna, Italia, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Polonia, Romania, Russia, Stati Uniti d’America, Canada, Sud Africa, Repubblica Democratica del Congo, Brasile, Perù, India e Australia.
Impegnati a vivere il difficile rapporto tra contemplazione e azione, tra vita comunitaria e servizio apostolico, i Norbertini professano:
– La povertà che richiede semplicità di vita e la condivisione della nostra vita e dei talenti con quelli che serviamo,
– Il celibato consacrato che ci apre alla crescita nello Spirito in unione con gli altri,
– L’obbedienza che ci apre il più possibile alla volontà di Dio
Come Canonici, si dedicano dunque ogni giorno alla celebrazione solenne e pubblica dell’Eucaristia e della Liturgia delle Ore (Ufficio Divino) in coro e al servizio pastorale della Chiesa attraverso il loro ministero: parroci, insegnanti, cappellani, missionari…
Tutto ciò che fa un sacerdote, lo può fare anche il canonico!
(c) Padri Premostratensi, Roma, 2017-2024
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